lunedì 7 ottobre 2013

CONTRO LA STABILITA' RIBELLIAMOCI. E' L'EUROPA CHE CE LO CHIEDE

Parliamoci chiaramente: siamo dei pecoroni! Viviamo e veniamo condizionati, giornalmente, da slogan e frasi fatte atte esclusivamente ad anestetizzarci e farci subire passivamente qualsiasi allucinante decisione venga presa dai nostri governanti. La frase/slogan "E' l'Europa che ce lo chiede" l'abbiamo sentita nominare da tutti e, sinceramente, l'ho usata qualche volta anche io con mia figlia che, lamentandosi perchè non voleva andare a dormire, si è sentita dire "E' l'Europa che ce lo chiede". Con questo semplice (ma efficace) slogan, unito a qualche dato sullo spread, ci hanno fatto digerire un governo non votato dal popolo (quello Monti) e, dopo poco, anche quello Letta. E noi, buoni buoni, zitti zitti, abbiamo subito passivamente, un governo, due governi, che non solo non devono rendere conto al popolo ma, addirittura, stanno in vita o in piedi esclusivamente perchè sostenuti e voluti da Re Giorgio Napolitano, dalla UE e dai vari poteri forti, occulti o meno (vedi il poco, pochissimo, chiaro caso Bilderberg*) in virtù di un nuovo slogan/frase fatta che, improvvisamente, prende il posto della ormai inflazionata "E' l'Europa che ce lo chiede". Volete sapere il nuovo slogan? Dai pensateci bene... l'abbiamo sentita a dismisura nell'ultimo mese... Va bene, ve la dico io: "Stabilità". Si, questo è il nuovo tormentone per la collezione autunno-inverno per noi italiani. Questa è la nuova frase fatta con cui tengono in vita l'ammucchiata di governo invece di restituire al popolo la sovranità della scelta. Non fa niente se la maggioranza non ha nulla in comune, non importa che le poche cose fatte, da due anni ad oggi, siano ininfluenti e non importa neanche se le cose, giorno dopo giorno, vanno sempre peggio, l'unica cosa che conta è stare in piedi aldilà della volontà dell'elettorato ed aldilà che (almeno) la metà degli italiani non si riconosca in questo governo. I mercati e gli speculatori fanno la loro parte. Giornali e televisioni li appoggiano. Appena c'è un sentore di crisi e di ritorno al voto via lo spread su, appena c'è un Alfano qualunque che si scinde via lo spread giù. E noi? Buoni buoni ingoiamo amaro e somatizziamo le nuove terminologie. Ad una coppia di amici in crisi ho detto anch'io che è importante la stabilità e che una separazione porterebbe ad un'impennata dello spread. Che volete farci? Siamo condizionati e condizionabili. Se ci dicono che non ci sono soldi nelle casse dello stato nessuno si lamenta ma se qualcuno ci dicesse che spendiamo annualmente più di 800 miliardi sarebbe più difficile spiegarci come non si riesce a risparmiarne 5/10 miliardi. Detto così, forse l'esempio non è semplicissimo. Allora ne faccio uno più alla portata delle nostre martoriate tasche. Se una persona comune ha un'entrata mensile di 800 euro, riuscirà a fine mese a risparmiarne 5/10 di euro? Credo di si. Fuma un paio di sigarette in meno, taglia uno sprecuccio di qui, ed uno di li e, come per magia, a fine mese ti avanzano 5 euro. Allora, credo, sia arrivato il momento di farci sentire ed eliminare questa politica e questo politichese che non ha nessun interesse nei nostri confronti e che, spera, di non doverci più interpellare rendendosi autonoma nelle scelte politiche e di poltrona. Basta pecore. Oggi servono lupi. @MangiolaAntonio
 
 


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