lunedì 19 maggio 2014

ACQUA E FUOCO

Sbattendo i pugni sul tavolo chiamò a se due dei mostri più potenti del suo regno: il Fuoco e l'Acqua. Mostri ambigui, fondamentali ed innocui per la vita di tutti i giorni, pericolosi e devastanti se decidono di esserlo, se messi nelle condizioni di esserlo. In realtà, sia per l'acqua che per il fuoco, le missioni più drammatiche e devastanti, vengono compiute dai reparti deviati, quelli creati per distruggere, quelli che, in questa storia, chiameremo "mostri". Fuoco ed Acqua, due opposti che, dopo essersi combattuti per anni, dovettero entrambi ammettere la forza dell'altro senza sminuire la propria. Compresero che era inutile continuare a battagliare tra fiamme da una parte ed onde dall'altra decidendo così di allearsi, un giorno che il fuoco non ce la fece ad attaccare il mare, non riuscendo a superare la linea ignifuga del bagnasciuga, e quando poi la pioggia più torrenziale che si sia mai vista evaporò nel tentativo di attaccare, spegnendolo, un vulcano.
 
Il Tiranno, in questo caso, non aveva bisogno di scaldare una casa, ne di dare la possibilità di cottura. Questa volta non c'era il bisogno di dissetare un popolo dopo un lungo periodo di siccità, nè innaffiare campi o dare sollievo dal caldo. Questa volta servivano i servizi deviati quelli senza cuore, quelli cattivi. Il Tiranno ordinò al mostro Fuoco di adunare migliaia di fiammelle ed al mostro Acqua migliaia di gocce. Fu così che un'esercito di fiamme e di gocce, dal nulla, si materializzarono di fianco al rispettivo mostro e di fronte al Tiranno in attesa di ricevere gli ordini, sapere quale orrenda missione gli sarebbe stata assegnata. Nella grotta, luogo preposto per le riunioni con i mostri, l'aria era irrespirabile. Un misto di caldo ed umidità, di vapori e fumi, non usuale perchè, di buona norma, il Tiranno preferiva usare il fuoco nei periodi più caldi e l'acqua nei periodi più freddi per renderli ancora più devastanti ed imbattibili.
 
Era tanta la curiosità di conoscere il perchè oggi erano tutti lì, gli uni di fianco agli altri mentre le gocce cercavano di non evaporare e le fiammelle di non spegnersi. Un colpo di tosse improvviso del Tiranno attirò l'attenzione di tutti ed il silenzio diventò assordante. Fu così che, con un tono che non ammetteva repliche, ordinò al mostro Fuoco di attaccare un campo a ridosso di alcune case chiedendogli quale fosse il piano. Il Fuoco fece un passo avanti lasciando una scia di muschio bruciato e disse: "Invierò migliaia e migliaia di truppe Polline, nostre alleate, ed attenderò un giorno di festa per far infiltrare uno dei miei uomini migliori, Lapillo, in un bracere. A quel punto Lei mi manda il mostro Vento che lo trasporterà a destinazione e la missione sarà compiuta, potrò ordinare l'attacco e far partire tutto il mio esercito di fiammelle". Il Tiranno fece un gesto di assenso con il capo ed il mostro Fuoco tornò indietro di un passo finendo di bruciare quei rimasugli di muschio sopravvissuti al suo primo spostamento. A questo punto rivolse lo sguardo al mostro Acqua e gli chiese di allagare una casa ed anche in questo caso volle conoscere il piano. L'Acqua fece un passo avanti creando un ruscello naturale limpido ed inquieto e disse: "Ordinerò alle mie truppe di trovare una guarnizione consumata, la giuntura di un tubo spanata e, una volta individuata, convoglierò tutte le mie gocce lì ed agiremo spingendo con la forza che solo noi sappiano avere per rompere l'ultima resistenza e poter prendere possesso dell'appartamento". Anche in questo caso il gesto fu di chi condivideva l'idea e così i due mostri, salutando con riverenza, voltarono le spalle e si avviarono, seguiti dai rispettivi eserciti, verso le loro perfide missioni.
 
Ma come detto l'acqua ed il fuoco possono essere pericolosi ma sono, nello stesso tempo, degli elementi fondamentali per la vita di tutti i giorni, alleati degli umani con i quali convivono tutti i giorni a servizio delle primarie necessità. Fu così che i servizi deviati del mostro Fuoco attaccarono come previsto, come da piano, ma, dall'altra parte, si trovarono un gruppo di persone unite che utilizzando, ironia della sorte, l'acqua buona, pur dovendo lottare per diversi minuti, riuscirono ad avere la meglio uccidendo il soldato speciale Lapillo e tutto l'esercito di fiammelle. Fu così che i servizi deviati del mostro Acqua si infiltrarono in un tubo difettoso che, goccia dopo goccia, pian piano, conquistava centimetri di mattonelle nella sua infame missione ma, anche in questo caso, l'unione di forze, alleate con stracci, stofinacci, teli mare catturarono, una dopo l'altra, tutte le gocce finchè tutto non fù asciutto come in una delle più torride estati, quelle in cui il sole sembra di fuoco, ironia della sorte.
 
Le truppe rientrarono dal Tiranno a testa bassa e dovettero ammettere che, senza l'errore di un uomo, senza qualche distrazione, senza delle imprudenze anche i reparti più deviati possono nulla se di fronte trovano la reazione compatta di un gruppo di persone che non accettano intrusione molesta di acqua e fuoco nelle loro case, nelle loro famiglie, nelle loro vite. Fu così che, da quel giorno in poi, grazie al fuoco e grazie all'acqua, ognuno prestò più attenzione, tutti insieme cercarono di non commettere errori, di non dare la possibilità a nessun agente esterno di infiltrarsi di penetrare approfittando di una debolezza, di un attimo di disattenzione, di una banale incuria che sia una guarnizione usurata, un prato non curato, un bracere abbandonato un tubo che si poteva sostituire con maggiore sollecitudine.
 
 


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