lunedì 16 giugno 2014

GRILLO SI ACCORGE CHE LA MATEMATICA NON E' UN'OPINIONE

Le elezioni europee sono state un terremoto nella politica italiana. Il PD stravince ottenendo consensi d'altri tempi, grazie all'azione dinamica di Renzi, capace di strappare lo scettro di rinnovatore a Grillo e grazie all'impostazione decisa e perentoria di un programma politico che, pur con le lentezze a cui si è obbligati in un governo ed in commissioni in cui, il Mineo di turno, cerca di impantanare i provvedimenti e le azioni di governo in nome di punti di vista diversi che, pur essendo legittimi, non possono in nessun modo, soprattutto adesso, continuare a tenere questo paaese immobilizzato ed ostaggio dei capricci mestruali di questo o di quel politico. La testa di Renzi è sempre più alta ed il suo cammino appare sempre più deciso. Il nostro giudizio sarà sempre più severo se non succederà qualcosa di positivamente concreto. Turandosi il naso è riuscito a costruire un paio di maggioranze stabili che gli permettono adesso con Alfano, adesso con Berlusconi di portare avanti norme con la minaccia, neanche tanto velata, di tornare da Re Giorgio per indire nuove elezioni, la sua vera arma letale in questa fase storica.
 
Il M5S perde terreno e consensi. Aumenta l'antipatia nei confronti di un movimento che appare troppo piramidale nonostante si presenti con il bigliettino da visita della democrazia decisionale del web e della rete. Una presenza parlamentare nulla. Senza nessuna intenzione di prendersi le responsabilità che derivano da milioni di voti. Un disfattismo a 360 gradi fastidioso ed inutile, non propositivo e sterile. Buona la verve cabarettistica, ma non c'è niente da ridere ora come ora in Italia, neanche se lo spettacolo viene offerto in piazza gratuitamente. Quando Grillo ha vinto (alla grande) le elezioni politiche i suoi competitor erano Bersani e Berlusconi. E' stato fin troppo semplice cavalcare la rabbia popolare. Tanto che, anche chi non aveva creduto si potessero ottenere quei numeri, avrebbe votato 5 stelle in caso di immediate elezioni. Poi il vuoto: espulsioni di massa, pagliacciate in parlamento, continui tentativi di bloccare ogni provvedimento, una politica basata solo sul "loro sono vicini a questi", "loro hanno fatto questo", "noi siamo gli unici unti dal Signore". Le chiacchiere sono interessanti per qualche minuto, poi, a meno che non sei dal parrucchiere, servono i fatti ed anche velocemente. Le europee hanno dimostrato chiaramente a tutti (probabilmente anche a gesù Grillo e maria Casaleggio) che l'Italia non è interessata a questo tipo di politica soprattutto se dall'altra parte non ci sono più Pier Luigi e Silvio ma un 39enne con molto appeal.
 
Il Centro Destra è in preda ad uno psico dramma. Il Re è debole e tutti puntano ad appoggiare le proprie chiappe sul suo scranno sostituendo le sue "chiappe molli" (citazione). La caduta è verticale, Brunetta, Gasparri, Santanchè e compagnia bella non sono più nè credibili nè presentabili. Il futuro non si è programmato per tempo e manca il delfino. Anche lo scissionista Alfano ha le sue grane avendo messo insieme una comitiva di indagati, pregiudicati e condannati che neanche nel peggior carcere del mondo li trovi tutti insieme. La Lega punta alla chiusura delle frontiere, al ritorno alla lira ed alla Padania indipendente. Il trio Qui Quo Qua di Fratelli d'Italia fa discutere più per l'utilizzo smasmodico di photo shop che per programmi ed idee. Tutti separati non contano niente ma uniti sarebbero la seconda forza politica in Italia.
 
Ed è qui che entra in gioco la matematica. Con gli ultimi risultati elettorali e in base alla bozza di legge elettorale Renzi/Verdini ci sarebbero due possibili scenari che cambierebbero radicalmente i rapporti di forza in parlamento.
 
Il primo caso è quello con un Centro Destra separato. I numeri, a meno che Grillo e Casaleggio non decidano di auto suicidarsi perdendo altro consenso, dicono che il PD avrebbe la maggioranza, il M5S sarebbe all'opposizione ed i vari partitini di destra relegati a occupare poche sedie nel palazzo. Questo sarebbe il definitivo de profundis del padroncino di Dudù. Ma Berlusconi è duro a morire ed anche Alfano, Meloni e Salvini non sarebbero felici di assistere da vivi al loro funerale politico. Quindi vediamo il secondo caso. Il Centro Destra ri compattato varrebbe un 30%, diventerebbe il partito di opposizione e ribalterebbe le forze alle camere facendo tramontare prematuramente il sogno del movimento. Ed è questo che probabilmente accadrebbe se si andasse a votare domani.
 
Questo lo ha capito anche Grillo che, improvvisamente, si accorge di non poter restare isolato, di non poter lasciare a Berlusconi la delega a scrivere la nuova legge elettorale in base ad i propri interessi, perchè l'interesse di Berlusconi è il sorpasso ai 5 stelle. Ed allora volemose bene. Dopo giorni passati ad insultare i pensionati, a sparlare di ipotetici brogli elettorali, dopo un accordo con Farage punta ad un approccio soft con l'ex Ebetino per salvare carro e buoi. Basta o noi o loro. Grillo ha capito che gli italiani hanno scelto loro. To be continued? @MangiolaAntonio
 
 


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