lunedì 11 agosto 2014

UN CALCIO (TA) VECCHIO

Gli stadi sempre più vuoti, scomodi, insicuri e poco accoglienti, la nazionale che fa una figuraccia a tutto tondo ai Mondiali, le squadre di club che non si dimostrano all'altezza delle concorrenti europee, il mercato che porta in Serie A soltanto gli scarti di Premier League e Liga, partite truccate, arbitri (spesso) non all'altezza, violenti che spadroneggiano indisturbati.
 
Questo il quadro, poco decoroso, dello stato del calcio in Italia, un paese dove, anche lo sport più popolare, rispecchia una assoluta incapacità di governare e legiferare (facendo rispettare quanto è legge). In questo panorama sconfortante i geni delle Leghe (dai dilettanti ai super professionisti di serie A) decidono che l'uomo nuovo, dopo le dimissioni di Abete, è un signore 71enne che anche nel cognome (Tavecchio) porta un bollino che a tutto fa pensare fuorchè un'ondata di novità, freschezza ed innovazione. Al posto del mangia banane Tavecchio, criticato da tutti in Europa, avrei preferito un personaggio più vicino al calcio giocato (un ex campione) sicuramente non un "politico". In ogni caso mi auguro di essere smentito e che Tavecchio meravigli me ed i tanti perplessi andando a mettere mano ai tanti difetti del nostro calcio: stadi di proprietà, di nuova generazione, sicuri, accoglienti e con una buona visibilità del terreno di gioco; le squadre di Serie A devono, come per le coppe europee, garantire in rosa un numero minimo di calciatori cresciuti in Italia ed un minimo di giocatori cresciuti nel proprio vivaio; punizioni esemplari per chi trucca le partite o ha un comportamento non sportivo; pene durissime e certe per chi si rende protagosta di violenze o atteggiamenti aggressivi o comunque non conformi ad un appuntamento di sport che deve essere un momento per tutti e non per corpulenti pseudo tifosi. Le cose non succedono per caso, i cambiamenti vanno programmati, bisogna lavorare sulle idee... già le idee! @MangiolaAntonio
 
 


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