martedì 3 giugno 2014

IL SECONDO ROUND

Paroloni di località turistiche che ti riempiono la bocca offrendo d'istinto alla mente di chi ascolta panorami e situazioni che, toccate con mano, non corrispondono minimamente al rindondante incontro di lettere e parole messe lì a caso, come se la grammatica non fosse mai esistita.
 
Provocazioni estreme per un udito non allenato, per un orecchio privo di collegamenti stabili con il cervello, per chi ritiene la costruzione logica di una frase un esercizio per intellettuali da tastiera. Inutile nella praticità di tutti i giorni, nella meccanica delle cose, nell'ordine delle azioni.
 
Lo sguardo assente di chi non è partecipe, non vuole esserlo oppure, molto più semplicemente, non può esserlo. Circondati da novelli tuttologi dovrebbero scegliere se guardare a destra o sininistra, in alto o in basso e perchè trascurare quello che accade alle tue spalle. Finti muscoli si gonfiano privando del respiro che smette di fornire la necessaria ossigenazione al cervello sempre che abbia mai avuto sua notizia.
 
La necessità, tenuta in quell'angolo di cuore, continua a prendere pugni come un pugile allo stremo delle forze. Arriva il suono sordo del gong percepito come la musica più melodiosa mai udita. Il tempo di uno sputo nel secchio per compensare quanto si voleva fare e non si è fatto, la voce del tuo allenatore che ti incoraggia, quella ferita che continua a sanguinare nonostante si tenti una medicazione nel più breve tempo possibile ed è già ora del secondo round. Io sono pronto... e tu?
 
@MangiolaAntonio
 
 



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